Cassa Nazionale di Solidarietà: Appello Seconda Fase

Lo scorso Primo maggio è trascorso in una distanza forzata dalle piazze. Proprio in concomitanza con quella data, simbolica e civilmente importante, diverse realtà associative italiane si univano per lanciare una cassa nazionale di solidarietà. Un gesto, questo della costituzione di una cassa per il mutuo soccorso, che si iscrive nella lunga traiettoria delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici,dando corpo all’idea che, tanto quanto la lotta, sia necessario organizzare la difesa attraverso la solidarietà reciproca. Condividendo una parte del proprio salario, i lavoratori e le lavoratrici provvedevano a retribuire le giornate di malattia, permesso, maternità, disoccupazione e sciopero per chi ne avesse bisogno. Fornendo un sostegno materiale immediato, le casse di mutuo soccorso permettevano di creare un sentimento di unità di fronte alle difficoltà del quotidiano di ciascuno, e così di consolidare un sentimento di comunanza di obiettivi, di accumulare e mettere in circolo risorse capaci di sostenere le lotte sul lungo periodo. Il mutuo soccorso è stato la prima forma di sindacato.  

È per affrontare l’isolamento, la disgregazione e l’urgenza dei mesi scorsi che abbiamo sentito il bisogno di ricollegarci a questa tradizione. Proponendo ai singoli e alle realtà collettive di partecipare ad una raccolta fondi tra chi oggi percepisce un reddito, il nostro intento era di venire incontro alle esigenze di quanti e quante sono rimasti al di fuori del perimetro dei provvedimenti governativi emessi nella prima fase della pandemia; coloro che non hanno avuto accesso né a misure integrative né a forme di indennità una tantum quali i bonus babysitter, i congedi parentali, etc. 

Durante l’estate, le realtà promotrici hanno individuato un comitato garante che, a circa sei mesi dal lancio del nostro appello, ha avviato la prima fase di erogazione della cassa nazionale di solidarietà. Sulla base delle istanze pervenute, i beneficiari sono stati tre realtà collettive: Coloradio (Bari), che raccoglie lavoratori e lavoratrici formali ed informali dell’arte e dello spettacolo; la Scuola popolare Tor Bella Monaca, che combatte la dispersione scolastica grazie all’offerta di ripetizioni gratuite in una delle periferie più abbandonate di Roma; Portiamo l’acqua al ghetto, una campagna di solidarietà a fianco dei lavoratori che vivono nel ghetto di Campobello di Mazara, in Sicilia. Non a caso alcuni dei settori colpiti più pesantemente dalle restrizioni di ogni sorta della prima fase della pandemia. 

Ma c’è di più: in questa seconda ondata, la precarizzazione del lavoro è rimasta invariata, se non peggiorata, nella misura in cui essa si è aggravata in maniera diseguale, colpendo  alcuni settori specifici. Lavoratori e lavoratrici informali, senza contratto di lavoro o intermittente, senza documenti, stagisti e stagiste, ritenute d’acconto, falsi autonomi, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, della cultura, in autogestione, sex workers, senza fissa dimora, lavoratori e lavoratrici domestiche, donne esposte alla violenza domestica, detenuti nelle carceri e nei c.p.r. Con la precarizzazione, è cresciuta la vulnerabilità degli individui e delle comunità di ogni taglia e sorta, cittadine e cittadini per i quali il governo si è rivelato inadempiente. Le istituzioni non sono intervenute per evitare il collasso progressivo  del sistema sanitario pubblico; né per arginare  povertà sempre più diffusa, o per sostenere il  mondo del lavoro più colpito attraverso un reddito universale; e non hanno provveduto a forme di redistribuzione della ricchezza attraverso una patrimoniale sui grandi profitti.  

Le ragioni che hanno ispirato la creazione della cassa di soccorso nazionale restano, insomma, valide e, anzi,rafforzate dalla constatazione di un inasprirsi sbilanciato e diseguale della crisi innescata dalla pandemia. Con questo spirito, rilanciamo oggi il nostro appello, chiedendo di sostenere la seconda fase di raccolta di fondi. In parallelo, nelle prossime settimane, riprenderemo anche la fase di erogazione dei contributi. . Questi mesi hanno mostrato la necessità di operare nel locale in maniera capillare, identificando, supportando e rendendo il più visibile possibile le esperienze di autorganizzazione sociale improntate sulla lotta per la dignità e i diritti.  Sarà attorno a questi principi che si articolerà questa seconda fase di vita della cassa di solidarietà nazionale. Come gruppo promotore sarà nostra premura rendere la cassa uno strumento per il mutuo soccorso conflittuale, affinché realtà formali ed informali possano usufruire di un sostegno economico sindacale, e in questo modo, di un ulteriore strumento per avviare o proseguire le proprie attività solidali, i propri percorsi rivendicativi verso le controparti pubbliche o private. Una cassa che non vuole sostituirsi alle Istituzioni, bensì vuole promuovere percorsi di riappropriazione, mutualismo e autogestione. 

Come prima e più di prima, troviamo l’uscita da questa crisi sanitaria ed economica resistendo insieme, prendendoci cura di noi stess* e sperimentando alternative fuori dalle regole del mercato capitalistico. 

Cassa Nazionale di Solidarietà: comincia la fase di erogazione!

Prima Erogazione

In questo mese di agosto è arrivato, insieme al caldo torrido, un nuovo decreto del Governo. Un decreto che prolunga il blocco dei licenziamenti fino a novembre e prolunga le casse integrazioni, che in molte e molti ancora attendono da marzo, ma che continua a non fare i conti con l’emergenza economica e sociale che si sta aggravando sempre più.

La scelta del Governo con questo decreto è dare maggiori aiuti e facilitazioni fiscali alle imprese in funzione degli intoccabili profitti, più che preoccuparsi di chi lavora e vive condizioni indegne dopo il lockdown, chi un lavoro non ce l’ha proprio o l’ha perso con l’emergenza, chi non resiste neanche coi sussidi, continuando a lasciare ampi settori sociali in assenza di tutele reali per sopravvivere.

La Cassa nazionale di solidarietà è nata proprio per rispondere a questo vuoto, ed è proprio in questo periodo che vogliamo cominciare a concretizzare il suo obiettivo: la prima raccolta di questi mesi ha prodotto 7550 euro di fondi che ridistribuiremo proprio a quei settori resi invisibili e abbandonati, sostenendo direttamente persone singole e percorsi e progetti collettivi di solidarietà, mutuo soccorso e di rivendicazione di diritti.

Per avere maggiori informazioni su come funzionerà l’erogazione ecco un link dettagliato: https://cassanazionalesolidarieta.noblogs.org/prima-erogaz…/

Il percorso della Cassa Nazionale di Solidarietà continua, perché l’emergenza non è finita e con il mutualismo possiamo resistere insieme!

Abbiamo raccolto 7550 euro!

Abbiamo raccolto più di 7550 euro!La cassa nazionale di solidarietà è un fondo per sostenere ed aiutare economicamente persone che, a causa delle difficoltà indotte dal lock down e a causa di quelle che c’erano pure prima della diffusione del #coronavirus, vivono situazioni di disagio.

Nasce da un’idea che #FuoriMercato lancia e condivide con altre realtà nazionali come l’ Ex-Asilo Filangieri di Napoli, Presidio Piazzale Trento di Cagliari, la Cdnl – Camera del Non lavoro di Milano, Attac Italia, booq di Palermo, il Lab.biciclario di Terni e il Centro Studi Autogestito Extera di Latina.

Oggi, grazie alle donazioni dei lavoratori per i lavoratori, arriviamo ad un totale di 7550 euro raccolti, nel nome della #solidarietà e del #mutuosoccorso e di questo non possiamo esserne che felici!

Grazie a tutte le persone e le organizzazioni che hanno donato e che continueranno a farlo.

Per tante e tanti l’emergenza non è finita.

Una rete di associazioni e progetti di mutuo soccorso lancia una Cassa nazionale di solidarietà – COMUNICATO STAMPA

Comunicato Stampa

Arrivati alla fase due, una rete di associazioni e organizzazioni sindacali impegnate in prima linea durante la fase 1 dell’emergenza, mettono insieme le forze per dare una risposta congiunta a un problema molto diffuso: la difficoltà economica di chi non percepisce un reddito e si trova escluso da tutti gli ammortizzatori sociali predisposti, sia prima che durante l’emergenza. L’ultimo decreto sfornato dal Governo allarga le maglie di chi potrà ottenere qualche benefit, ma non c’è un passo deciso e inequivocabile verso un vero reddito universale e nemmeno una nuova idea di welfare che risponda ai bisogni sociali sul territorio.

Stagisti e interinali, lavoratori in ritenuta d’acconto spesso nel mondo dello spettacolo e della cultura, sex workers, lavoratrici domestiche, persone senza fissa dimora o senza documenti in regola, lavoratori e lavoratrici in nero, ancora una volta non sono stati considerati.

Insieme abbiamo deciso di costituire una CASSA NAZIONALE DI SOLIDARIETÀ’ basata sul principio del mutuo soccorso per iniziare a garantire un sostegno diretto a chi ne ha più bisogno.

Ci rivolgiamo a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori che ancora percepiscono un salario, a pensionate/i, a chiunque si senta in grado di contribuire di versare a una cassa nazionale di solidarietà una quota solidale del proprio salario dei mesi di marzo e aprile (o con un contributo volontario anche nei mesi successivi). In questo modo si parteciperà al finanziamento della cassa. Le reti e le soggettività che promuovono questa iniziativa decideranno insieme le procedure tecniche di funzionamento della cassa di mutuo soccorso, seguendo un criterio di equa ridistribuzione dei fondi raccolti tra soggetti in stato di bisogno che si rivolgono alle sedi delle realtà aderenti.
Verrà costituito un comitato di garanti formato da tutte le realtà partecipanti e contribuenti che verificherà la trasparenza ed efficacia di tutte le procedure e darà conto pubblicamente del bilancio sociale ed economico della stessa.

Questa iniziativa ha anche la funzione di rivendicare di fronte alle istituzioni la necessità di un intervento pubblico, di chiedere conto a chi si sta occupando dell’emergenza del perché non ci sia preoccupazione per questi settori sociali invisibili. Un percorso che abbia dunque anche l’obiettivo di ottenere un’estensione delle tutele e degli investimenti economici per la dignità di tutte e tutti e per la salvaguardia dei beni comuni, come la sanità pubblica.